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Marchesi Antinori

La Famiglia Antinori si dedica alla produzione vinicola da più di seicento anni: da quando, nel 1385, Giovanni di Piero Antinori entrò a far parte dell' Arte Fiorentina dei Vinattieri. In tutta la sua lunga storia, attraverso 26 generazioni, la famiglia ha sempre gestito direttamente questa attività con scelte innovative e talvolta coraggiose ma sempre mantenendo inalterato il rispetto per le tradizioni e per il territorio. Ogni annata, ogni terreno, ogni idea è un nuovo inizio, una nuova ricerca di margini qualitativi sempre più elevati. Come ama dire il Marchese Piero: “ le antiche radici giocano un ruolo importante nella nostra filosofia, ma non hanno mai inibito il nostro spirito innovativo”. Era il 1928 quando Niccolò Antinori decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana. Così scrive Niccolò, padre di Piero Antinori, descrivendo la nascita del “Villa”: “Allora occorreva affermare il nome Antinori…che era ancora, salvo in alcuni ambienti, poco conosciuto e così mi proposi la dicitura Villa Antinori”. Durante questi anni, in quasi un secolo di storia, Villa Antinori ha rappresentato e rappresenta, attraverso uno stile contemporaneo, il concetto di casa, di territorio, di Toscana. Un vino nato da un modo di concepire la produzione vinicola: come sperimentazione ed evoluzione da una parte, come valore storico dall’altra. Tenuta Tignanello si trova nel cuore del Chianti Classico, sulle morbide colline racchiuse tra le valli della Greve e della Pesa e si estende per 319 ettari di terreni, con circa 130 ettari vitati. Tra i suoi vigneti, due tesori: il vigneto Tignanello e il vigneto Solaia che si estendono sulla medesima collina, su terreni derivanti da marne marine del Pliocene con calcare e scisto, e godono di giorni caldi e notti fresche durante la stagione della crescita. Dagli omonimi vigneti si producono Solaia e Tignanello, due vini capaci di dare il via a quello che viene chiamato rinascimento del vino italiano. L'attuale villa padronale cinquecentesca è stata costruita sulle fondamenta di una tenuta risalente al 1346, quando la terra apparteneva ai Buondelmonti, come molta parte della Valle della Pesa. Nel XVII secolo passò ad un ramo cadetto dei Medici che la nominarono Fonte dei Medici e quindi alla famiglia Antinori a metà del 1800. ll Carocci, nella guida storica-artistica del comune di San Casciano Val di Pesa del 1892, descrive la località Tignanello, podere ed esteso vigneto, come uno dei punti più elevati e pittoreschi di tutto il territorio del detto comune. All'interno dei circa 130 ettari di vigneto Tenuta Tignanello, suddivisi in piccole parcelle, si trovano due perle: Vigneto Tignanello e Vigneto Solaia. Il suolo, di origine pliocenica con scheletro ricco di alberese e galestro, ad un' altezza media di 350-400 m s.l.m., ed alla spiccata escursione termica tra il giorno e la notte, donano alle uve caratteristiche uniche. Le varietà coltivate comprendono l'autoctono Sangiovese e i non tradizionali Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc che, in questo luogo, riescono ad esprimersi in modo assolutamente territoriale. Vi sono inoltre piccole parcelle di Malvasia e Trebbiano per la produzione del Vinsanto e 37 ettari di uliveto. Tenuta Guado al Tasso si trova nella piccola e prestigiosa DOC di Bolgheri, sulla costa dell’Alta Maremma, a un centinaio di chilometri a sud-ovest di Firenze. Questa denominazione ha una storia relativamente breve (nasce nel 1994) ma vanta di una fama internazionale come nuovo punto di riferimento nel panorama enologico mondiale. Tenuta Guado al Tasso si estende su una superficie di circa 320 ettari vitati in una splendida piana circondata da colline conosciuta come “anfiteatro bolgherese” per la sua particolare conformazione. La nobile famiglia dei Della Gherardesca ha cominciato ad occuparsi di vino nelle proprie terre di Bolgheri fin dalla seconda metà del Seicento, ma è con Guido Alberto della Gherardesca, vissuto tra il 1780 e il 1854, che le cose cambiarono veramente. Grande appassionato di viticoltura e divenuto nel 1833 “maggiordomo maggiore” del granduca Leopoldo II, Guido Alberto si dedicò all’enologia nelle sue terre in Maremma. Negli anni '30 la terra venne ereditata da Carlotta della Gherardesca Antinori, madre di Piero Antinori, e da sua sorella, che era sposata a Mario Incisa della Rocchetta (che ebbe in dote la vicina Tenuta San Guido).
Regione Toscana
Anno fondazione 1385
Produzione annua 23.000.000
Enologo Renzo Cotarella
Indirizzo Via Cassia per Siena, 133 - 50026 - Bargino (FI)
Sito Web https://www.antinori.it/it/
La Famiglia Antinori si dedica alla produzione vinicola da più di seicento anni: da quando, nel 1385, Giovanni di Piero Antinori entrò a far parte dell' Arte Fiorentina dei Vinattieri. In tutta la sua lunga storia, attraverso 26 generazioni, la famiglia ha sempre gestito direttamente questa attività con scelte innovative e talvolta coraggiose ma sempre mantenendo inalterato il rispetto per le tradizioni e per il territorio. Ogni annata, ogni terreno, ogni idea è un nuovo inizio, una nuova ricerca di margini qualitativi sempre più elevati. Come ama dire il Marchese Piero: “ le antiche radici giocano un ruolo importante nella nostra filosofia, ma non hanno mai inibito il nostro spirito innovativo”. Era il 1928 quando Niccolò Antinori decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana. Così scrive Niccolò, padre di Piero Antinori, descrivendo la nascita del “Villa”: “Allora occorreva affermare il nome Antinori…che era ancora, salvo in alcuni ambienti, poco conosciuto e così mi proposi la dicitura Villa Antinori”. Durante questi anni, in quasi un secolo di storia, Villa Antinori ha rappresentato e rappresenta, attraverso uno stile contemporaneo, il concetto di casa, di territorio, di Toscana. Un vino nato da un modo di concepire la produzione vinicola: come sperimentazione ed evoluzione da una parte, come valore storico dall’altra. Tenuta Tignanello si trova nel cuore del Chianti Classico, sulle morbide colline racchiuse tra le valli della Greve e della Pesa e si estende per 319 ettari di terreni, con circa 130 ettari vitati. Tra i suoi vigneti, due tesori: il vigneto Tignanello e il vigneto Solaia che si estendono sulla medesima collina, su terreni derivanti da marne marine del Pliocene con calcare e scisto, e godono di giorni caldi e notti fresche durante la stagione della crescita. Dagli omonimi vigneti si producono Solaia e Tignanello, due vini capaci di dare il via a quello che viene chiamato rinascimento del vino italiano. L'attuale villa padronale cinquecentesca è stata costruita sulle fondamenta di una tenuta risalente al 1346, quando la terra apparteneva ai Buondelmonti, come molta parte della Valle della Pesa. Nel XVII secolo passò ad un ramo cadetto dei Medici che la nominarono Fonte dei Medici e quindi alla famiglia Antinori a metà del 1800. ll Carocci, nella guida storica-artistica del comune di San Casciano Val di Pesa del 1892, descrive la località Tignanello, podere ed esteso vigneto, come uno dei punti più elevati e pittoreschi di tutto il territorio del detto comune. All'interno dei circa 130 ettari di vigneto Tenuta Tignanello, suddivisi in piccole parcelle, si trovano due perle: Vigneto Tignanello e Vigneto Solaia. Il suolo, di origine pliocenica con scheletro ricco di alberese e galestro, ad un' altezza media di 350-400 m s.l.m., ed alla spiccata escursione termica tra il giorno e la notte, donano alle uve caratteristiche uniche. Le varietà coltivate comprendono l'autoctono Sangiovese e i non tradizionali Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc che, in questo luogo, riescono ad esprimersi in modo assolutamente territoriale. Vi sono inoltre piccole parcelle di Malvasia e Trebbiano per la produzione del Vinsanto e 37 ettari di uliveto. Tenuta Guado al Tasso si trova nella piccola e prestigiosa DOC di Bolgheri, sulla costa dell’Alta Maremma, a un centinaio di chilometri a sud-ovest di Firenze. Questa denominazione ha una storia relativamente breve (nasce nel 1994) ma vanta di una fama internazionale come nuovo punto di riferimento nel panorama enologico mondiale. Tenuta Guado al Tasso si estende su una superficie di circa 320 ettari vitati in una splendida piana circondata da colline conosciuta come “anfiteatro bolgherese” per la sua particolare conformazione. La nobile famiglia dei Della Gherardesca ha cominciato ad occuparsi di vino nelle proprie terre di Bolgheri fin dalla seconda metà del Seicento, ma è con Guido Alberto della Gherardesca, vissuto tra il 1780 e il 1854, che le cose cambiarono veramente. Grande appassionato di viticoltura e divenuto nel 1833 “maggiordomo maggiore” del granduca Leopoldo II, Guido Alberto si dedicò all’enologia nelle sue terre in Maremma. Negli anni '30 la terra venne ereditata da Carlotta della Gherardesca Antinori, madre di Piero Antinori, e da sua sorella, che era sposata a Mario Incisa della Rocchetta (che ebbe in dote la vicina Tenuta San Guido).